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Lettera del Presidente

fotografia del presidente pierluigi stefanini

IL NOSTRO IMPEGNO
PER UNO
SVILUPPO SOSTENIBILE

È questo il secondo appuntamento con il Bilancio sociale dell’intero Gruppo Unipol, che assume una configurazione ancora più integrata e, allo stesso tempo, più sintetica e, ci auguriamo, più chiara, e utile per coloro che avranno la pazienza di scorrerlo.
Consideriamo la rendicontazione sociale non solo un dovere nostro nei confronti di tutti i nostri interlocutori, ma un diritto da parte degli stakeholder del Gruppo, così come dell’intera collettività.
L’impresa – ogni impresa – infatti, non è solo patrimonio dei soci, degli azionisti, ma un organismo sociale che interagisce quotidianamente con una molteplicità di soggetti e con le comunità di riferimento. Essere pienamente consapevoli di questa dimensione “pubblica” dell’attività economica e imprenditoriale, fa sì che ci si debba continuamente porre il problema delle modalità e delle conseguenze che le scelte operate dall’impresa determinano sulle persone – siano esse lavoratori, clienti, cittadini – come nei confronti degli altri attori economici – cioè del mercato - delle istituzioni pubbliche, dell’ambiente naturale.
Ecco perché la legittima, necessaria, indispensabile ricerca della redditività dell’impresa deve essere sempre coniugata con il rispetto dei diritti delle persone, degli altri attori economici, del superiore interesse della comunità. Ciò significa perseguire uno sviluppo sostenibile, duraturo nel tempo, perché finalizzato a garantire non solo a noi stessi, ma soprattutto alle generazioni future condizioni di vita migliori e più giuste. Ed è proprio l’ottica della sostenibilità che ci guida nel percorso che abbiamo intrapreso per definire e realizzare una strategia di Responsabilità sociale in grado di coniugare obiettivi economici, attenzione alle persone e rispetto dell’ambiente. Un percorso che vedrà impegnato tutto il Gruppo: dal vertice, ai dirigenti, ai lavoratori, agli agenti, a tutti i collaboratori.
Nel corso del 2006 abbiamo lavorato per porre le basi di questo progetto assai complesso, ambizioso, ma allo stesso tempo realistico e doveroso. Per Unipol si è aperta davvero una fase nuova. Abbiamo riaffermato – voglio ribadirlo con forza – la validità dei valori che hanno ispirato la nascita e lo sviluppo del nostro gruppo assicurativo e bancario e che caratterizzano la proprietà di controllo della nostra società: la cooperazione, il mondo del lavoro, la piccola e media impresa. Ed è proprio sulla base di questi valori e della assoluta convinzione della loro attualità e modernità che, con il pieno accordo e sostegno della proprietà, abbiamo realizzato significative innovazioni nella governance e nell’assetto societario e organizzativo del nostro Gruppo. Partendo dalla chiara e netta separazione tra il ruolo di indirizzo e controllo della proprietà e quello di gestione proprio del management. A questo proposito desidero evidenziare l’importanza del ruolo svolto dalle compagini di Holmo e Finsoe, che hanno assicurato stabilità e prospettiva di sviluppo al Gruppo. Così come ritengo di grande valore la scelta di avere affidato ad un manager di lunga e comprovata esperienza - corroborata da solidi valori e principi etici - quale è Carlo Salvatori, la guida operativa di Unipol.
Il processo di riorganizzazione con la costituzione di Unipol Gruppo Finanziario – distinguendo le funzioni di holding da quelle delle diverse società operative – così come il Piano industriale, che produrrà una ulteriore significativa crescita della società, oltre che una maggiore efficienza ed efficacia, anche grazie ad una più forte integrazione delle attività assicurative e bancarie, sono in grado di garantire a Unipol un futuro di sviluppo assai significativo. Uno sviluppo, va ribadito, non fine a se stesso, ma finalizzato a dare risposte, qualificate e convenienti, ai bisogni di tutela, sicurezza, garanzia di tante persone, di tante imprese, soprattutto piccole e medie. I provvedimenti legislativi volti a ridurre e ad eliminare ingiusti privilegi corporativi, tesi a liberalizzare il mercato consentono di dare più diritti e maggiore libertà di scelta ai cittadini e ai consumatori.
Crediamo siano scelte giuste, anche quando ci creano qualche problema e difficoltà. Ma proprio perché crediamo nel ruolo sociale dell’impresa, li consideriamo degli stimoli importanti. Abbiamo l’ambizione di dare il nostro contributo a migliorare la vita delle persone e, allo stesso tempo, rendere più dinamica e insieme più coesa la società. Perché mercato, concorrenza e competizione non rappresentano una antitesi alla qualità della vita e alla solidarietà, ma anzi ne possono costituire, se intesi e gestiti responsabilmente, una condizione.

Pierluigi Stefanini